Rifugio Alpe della Balma

La parte difficile è costruire una casa del cuore.

Un posto non soltanto per dormire, ma anche per sognare, chiacchierare, conoscersi.

Un posto dove arrivare, fermarsi, sognare.

Un posto per trovare riparo dal freddo, ma anche un angolino tutto nostro da cui ammirare il cambiamento delle stagioni.

Un posto dove passare un tempo “buono” fatto di pietre, cielo e acque che rumoreggiano nella gola della valle.

 

 

Il Rifugio della Balma è un sogno realizzato, così viene definita l’attività portata a termine dalla sezione del C.A.I. di Coazze in un articolo dell’Annuario Intersezionale C.A.I. del 1985, Val Susa – Val Sangone:

L’idea, nata casualmente nel decennale della fondazione del C.A.I. Coazze, prese corpo poco a poco e il rifugio venne fuori così com’è dal lavoro, dall’esperienza e dall’inventiva dei soci. Non è possibile nominare quanti si sono prodigati per questa realizzazione, ma è doveroso ricordare tutti i soci e le numerose altre persone che hanno in qualche modo contribuito alla progettazione, alla ricerca di fondi, al trasporto del materiale, al lavoro di costruzione e ultimamente anche alla gestione.

Dai ruderi dell’Alpe della Balma, uno dei più antichi alpeggi situati nel Parco Naturale Orsiera Rocciavrè (ora Parco Alpi Cozie), i volontari della Sezione CAI di Coazze si impegnarono a realizzare un rifugio. Questo doveva essere una buona base di appoggio ai numerosi escursionisti che frequentano il percorso per salire alle maggiori vette del gruppo del Rocciavrè e del monte Robinet, la più importante e rinomata cima della Val Sangone.

La proposta di costruire un posto tappa intermedio nel vallone della Balma nacque durante i lavori di ristrutturazione della cappella sul Robinet, negli anni 1973-1975. Il luogo prescelto era sulle sponde del lago Sottano nella ridente conca a quota 2106 ma, per problemi ambientali sollevati dal Parco, non fu possibile portare avanti questo progetto. Fu allora che si pensò all’alpeggio della Balma, incrocio di antichi percorsi dei malgari che fin da tempi remoti utilizzavano i pascoli alti per mantenere le loro mandrie. L’antico alpeggio era di proprietà comunale ed era in stato di completo abbandono.

In effetti era il luogo ideale: un sito frequentato dall’uomo sin dai tempi lontani, che fungeva già da ricovero d’emergenza e avrebbe ancora continuato ad avere vita.

Nel 1978 iniziarono i lavori per edificare la nuova costruzione, ma ben presto ci si rese conto che il lavoro necessario era più impegnativo del previsto e il progetto venne rivisto.

L’anno successivo ripresero i lavori, coinvolgendo un gran numero di soci che prestarono la loro opera gratuitamente, colti dall’entusiasmo di realizzare quasi un simbolo per la nuova sezione, che per gli anni a venire fu poi motivo di aggregazione per tutti gli iscritti.

I materiali occorrenti, pesanti e ingombranti, furono trasportati in loco con l’elicottero (oltre 600 quintali) e in poche settimane si portarono a termine i lavori per la costruzione del tetto.

Nell’estate del 1980 furono eseguite le ultime finiture e l’anno seguente si iniziò la gestione a rotazione tra i soci.

Il rifugio era ormai conosciuto e frequentato e si rese necessario ampliare la capacità ricettiva. Tra il 1984 e 1985 si attuarono le trasformazioni e inoltre, per dotare il rifugio di una adeguata alimentazione elettrica, venne installata una prima centralina idroelettrica in grado di fornire ai locali l’illuminazione necessaria e il riscaldamento mediante stufe autoregolanti.

L’inaugurazione ufficiale si tenne il 7 settembre 1986 e in quell’occasione si festeggiarono anche i vent’anni di fondazione della sezione.

Altre importanti integrazioni all’edificio vennero eseguite nell’estate del 1995, allorché venne aggiunto un locale per i servizi igienici, in luogo di una piccola struttura esterna, dotato di docce e toilette e con un sistema di dispersione delle acque bianche e nere mediante l’installazione di fosse biologiche.

Nel 2003 l’arrivo delle tecnologie: la Balma ha fatto parte di un esperimento sulle reti wireless in alta montagna. Il collegamento, tuttora attivo, diffonde le immagini in tempo reale riprese da due web-cam posizionate sul tetto, visibili sul questo stesso sito.