BYE BYE BOB

BYE BYE BOB

C’è una fitta nebbia la mattina del 31 luglio 1961, nel vallone della Balma, tra il Robinet e la punta Loson.

Le cronache del tempo raccontano che un gruppo di novizi della diocesi di Giaveno, scendendo dal Colle della Roussa, sentono un rumore assordante e vedono un aereo sfrecciare a bassa quota. Lo seguono con gli occhi finché esplode, nel probabile, violentissimo impatto contro il costone della parete est e nei canaloni della Punta Loson.

L’impatto viene avvertito in tutta la valle, in particolare a Coazze.

Sono le 11,15 circa e l’aereo è un cacciabombardiere americano F-100 Super Sabre.

Avvisate telefonicamente le autorità del paese più vicino, si mobilitano immediatamente i Carabinieri e il Battaglione Alpini di Pinerolo.

Iniziano le ricerche, difficili, dato che la zona dell’impatto è completamente arsa dalle fiamme e frammenti dell’aereo erano sparsi ovunque.

I resti del pilota, ricomposti e trasportati a valle, erano del tenente Robert Lindermann della Carolina del Sud, 26 anni, assegnato al 353°squadrone da caccia dell’US Air Force della base aerea di Aviano (Udine).

Ma cosa era successo al F-100 Super Sabre?

La bassa quota, al di sotto dei diecimila metri, aveva causato l’impatto, oppure c’era stata un’esplosione in volo? E allora si trattava di incidente o sabotaggio?

Ma cosa ci faceva un Caccia Bombardiere in quella zona?

Non si saprà mai.

Sempre le cronache del tempo dicono che l’aereo stava svolgendo una missione ricognitiva: partito dalla base aerea di Aviano alle 9 del mattino, avrebbe dovuto sorvolare Milano, Torino, valicare le Alpi e sconfinare in territorio francese fino a Chambery, quindi piegare a sud verso Grenoble e ripercorrere la via dell’andata sino a tornare alla base.

Il cacciabombardiere North American F-100 Super Sabre era un aereo tecnologicamente avanzato, per quel periodo, a pieno carico pesava circa venti tonnellate e poteva raggiungere i 1500 chilometri l’ora.

L’armamento in dotazione era composto da quattro cannoni Pontiac M39 da 20 millimetri, posizionati nella parte anteriore dell’aereo. Ne furono prodotti oltre 2000 esemplari, e venne usato per parecchio tempo dall’aeronautica militare americana, anche negli anni del conflitto in Vietnam.

Oggi, presso la cima della Punta Loson a 2643 metri, rimane solo una croce che ricorda la sfortunata morte del pilota americano, oltre a frammenti dell’aereo ancora sparsi ovunque.

I valligiani che ricordano l’evento raccontano di aver visto passare l’aereo a bassissima quota sopra le borgate di Forno, allora ancora molto popolate.

Il Caccia era molto basso, tanto basso da permettere alla gente di vedere la cabina e il pilota. Il rumore sordo e potente in molti di loro fece riaffiorare il ricordo dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Le cronache popolari raccontano che il pilota compì uno sforzo per evitare l’impatto dell’aereo nelle zone abitate. I borghigiani, intenti a fienare nei prati, dicono di aver assistito ad una manovra disperata, nella quale il pilota aveva alzato l’aereo per salvare i tanti civili che aveva probabilmente visto intenti al lavoro, sotto di sé.

A ricordo di questa impresa è stata recuperata una lamiera dell’aereo, ora posizionata poco sopra il lago soprano, con una scritta di saluto a questo pilota, che ha comunque affrontato la fine certa cercando di salvare le persone del luogo.

Sulla lamiera hanno scritto “Bye bye in the sky, Bob, riposa in pace”.